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Alphubel

Da Täschalp e dalla Täschhütte

 

 

A cura di roberto Paniz  

 

Informazioni tecniche

 

Località e quota di partenza: Ottafe, vallone di Täschalp, 2205 m

Quota vetta: 4206 m

Dislivello totale: 500 m il primo giorno, 1500 il secondo.

Difficoltà: BSA

Esposizione: Ovest, Est

Pernottamento: Täschhütte (2701 m)

 

 

Descrizione del percorso

 

Dalla località di Ottafe, dove termina la stradina percorribile in auto se non è innevata, si prende la sterrata ad uso dei gestori che conduce alla Täschhütte.

Dal rifugio si sale in direzione Est per i pendii morenici di Chummibodmen. Si passa nei pressi di un laghetto a quota 3162  e ci si tiene a destra (Sud) della fascia rocciosa, culminante a quota 3510, che divide in due rami l’Alphubelgletscher. Raggiunto il ghiacciaio si risale dapprima in direzione Est-Sud-Est fino alla quota di circa 3500 metri per poi deviare a sinistra, dopo un isolotto roccioso che si lascia a sinistra, per affrontare un tratto più ripido con presenza di crepacci, passato il quale per ampi pendii in direzione Est si raggiunge la sella dell’Alphubeljoch a 3771 m, ben distinguibile anche dal rifugio. Dal valico, senza perdere quota, si percorre verso Nord-Nord-Ovest il versante orientale dell’Alphubel, passando sotto le rocce che sostengono la cima; con una lunga diagonale, facendo attenzione alla crepaccia terminale, ci si porta ad una conca dove ci si congiunge con la traccia proveniente dalla Längfluehütte. Si risale il pendio in direzione Ovest, a debita distanza dai seracchi presenti. La pendenza all’inizio è molto sostenuta ma si riduce leggermente in vista della cresta sommitale, che percorsa quasi in piano verso Sud conduce alla vetta. La discesa avviene per lo stesso percorso.

Dall’Alphubeljoch è anche possibile raggiungere la vetta a piedi per la cresta Sud-Est; il tratto finale è esposto e piuttosto ripido, classificato PD-.

 

Gita del 15/16 giugno 2013

 

Partiti sabato mattina presto per trovare posto in rifugio. La Täschhütte è molto accogliente ma nei periodi non gestiti dispone solo di 10 letti; dopo di noi si susseguono gli arrivi fino a sera e alla fine siamo circa in 25, con tutte le superfici possibili sfruttate come dormitorio. La partenza è alle 4, alla luce delle frontali necessarie per circa un’ora almeno; la neve si incontra dopo aver portato gli sci per una decina di minuti e all’inizio presenta un parziale rigelo superficiale, per diventare sempre più consistente a partire da circa 3000 m. Man mano che si sale compaiono all’orizzonte il Cervino, Il Breithorn, il Lyskamm, il Rosa eccetera. Fino all’Alphubeljoch la neve è dura e nei tratti più ripidi sono necessari i rampanti; i possibili crepacci sono ben chiusi e l’unico seracco incontrato è ben visibile. Raggiunto il versante opposto veso le 7-7,30 troviamo neve già smollata in superficie, che conserva però la consistenza giusta per affrontare nel migliore dei modi il tratto più ripido, sfruttando l’ottima traccia. Il panorama dalla vetta non ha paragoni e la discesa non è da meno; il tratto ripido sotto la vetta si percorre su ottimo firn tra seracchi spettacolari e il traverso per tornare all’Alphubeljoch è abbastanza scorrevole anche perché tracciato intelligentemente con la giusta pendenza, evitando la terminale. Sul versante della Mattertal la neve è rimasta durissima ma la superficie è liscia come un biliardo, offrendoci una divertente sciata per tutto il ghiacciaio. Sotto troviamo ancora firn, che rende la discesa ancora più piacevole, mentre le ultime lingue di neve che ci portano fino a 5 minuti dal rifugio reggono ancora bene nonostante la temperatura.

 

 

 

 

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